Egregio signor Presidente ,
siamo cittadini italiani che da sempre hanno creduto nel sistema cooperativistico, quale strumento attuativo dell’economia etica, quell’economia che abbiamo ritenuto e riteniamo tutt’oggi un valido e concreto correttivo agli eccessi del capitalismo.
Apparteniamo all’ormai folto stuolo di soci delle Cooperative che ha condiviso i principi della solidarietà e dell’economia etica , ma che è stato tradito e anche notevolmente danneggiato dagli organi politici e persino dalle stesse Istituzioni, dalle quali per legge, avrebbe dovuto essere tutelato.
I fatti sono ormai ben noti e riguardano i sempre più numerosi provvedimenti di Liquidazione Coatta Amministrativa a cui sono state sottoposte moltissime Cooperative cadute nel baratro finanziario, con l’inevitabile grave danno economico per i soci aderenti.
Chi Le scrive, signor Presidente, apparteneva alla Compagine sociale della Cooperativa Edilizia Deposito Locomotive Roma San Lorenzo, un’antica Società tra ferrovieri che ha assicurato per anni migliaia di abitazioni a tante famiglie di lavoratori, contribuendo fattivamente non solo alla loro evoluzione sociale , ma anche allo sviluppo economico dell’intera collettività.
In questa Cooperativa abbiamo creduto e ad essa abbiamo affidato tutti i nostri risparmi, certi che avremmo raggiunto l’obbiettivo di ottenere la casa di proprietà per il nostro nucleo familiare, ma anche che avremmo contribuito a consolidare il sistema cooperativistico, fondato sui principi dell’economia sociale priva di finalità lucrative.
Ma il sogno si è infranto a causa del fallimento della Cooperativa , sopraggiunto quasi improvvisamente, lasciandoci non solo attoniti e increduli , ma soprattutto feriti nell’orgoglio di lavoratori, che da sempre hanno creduto nei valori della Costituzione Italiana.
Oltre al notevole danno materiale, infatti, abbiamo dovuto patire l’umiliazione per avere appreso che la nostra Cooperativa intratteneva rapporti illeciti con alcuni personaggi arrestati nell’inchiesta denominata Mafia Capitale; per avere appreso che Istituzioni locali hanno instaurato controversie sui terreni da assegnare alla Cooperativa, ciò facendo per mere speculazioni politiche e forse anche economiche , assolutamente incuranti del gravissimo danno arrecato ai soci; per avere appreso che, nonostante la grande quantità di danaro versata dai soci le erogazioni dei mutui, forse irregolarmente concessi dalle Banche ,gli amministratori non solo non hanno realizzato le case, ma addirittura hanno lasciato le casse della Cooperativa inspiegabilmente vuote.
Tante domande ci siamo poste, sig. Presidente, per cominciare quelle inerenti ai percorsi dei flussi finanziari e della loro destinazione, per finire quella del ruolo della politica e delle stesse Istituzioni , entrambe ben presenti nel momento della “raccolta”, ma sostanzialmente assenti quanto allo svolgimento delle precise funzioni loro assegnate dalla Costituzione.
Dei reati e dei danni conseguenti si sta occupando la Magistratura, sul cui operato siamo molto fiduciosi, ma è la Sua attenzione che vogliamo destare, con l’intento di sollecitare tanto la Sua alta funzione istituzionale di garante dell’applicazione delle norme costituzionali, quanto la Sua elevata capacità scientifica nello studio dei principi fondamentali della Suprema Carta.
Prendiamo spunto da un recente intervento epistolare della Lega Cooperative, verificatosi mentre alcuni di noi erano ospiti della trasmissione televisiva messa in onda da Mi Manda Rai Tre del 21 marzo e vertente sul tema della decozione delle Cooperative e sulle relative cause .
La predetta organizzazione politica, che dovrebbe essere costituita per “la tutela del movimento cooperativo “, nel corso della succitata trasmissione ha fatto pervenire la testuale nota che segue:
“Ognuna delle cooperative coinvolte è oggetto di procedura di crisi aziendale e per questo è stato nominato un Pubblico Ufficiale che ne ha la tutela e la rappresentanza, in alcuni casi le imprese sono oggetto di indagini della magistratura, ma aldilà dei casi specifici è bene ricordare che sono comunque i soci gli unici titolari della responsabilità per l’operato dell’impresa.
L’ associazione alla quale le cooperative aderiscono non può essere ritenuta responsabile del loro operato anche se è nostro compito sostenere tanto i soci quanto gli amministratori nella loro funzioni e nella ricerca di soluzioni.”
Orbene, sig. Presidente, prendiamo spunto dal contenuto del significativo contenuto della predetta nota per rilevare la pessima comprensione dei principi costituzionali proprio da parte degli apparati politico-istituzionali, che ne dovrebbero assicurare l’attuazione sostenendo i soci cooperatori.
L’art.45 della Costituzione Italiana “ riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e fini di lucro. La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità “.
Alla luce delle chiare disposizioni che precedono, non possiamo esimerci dal criticare aspramente l’apparato politico-istituzionale in ordine all’attuazione dei principi costituzionali in materia di cooperazione, in particolare con riguardo ai controlli sul carattere mutualistico e sulle finalità perseguite.
Non è, infatti, accettabile che la Lega Delle Cooperative, quale organizzazione nazionale di tutela del movimento cooperativo, esegua come per legge i controlli sulle cooperative ad essa aderenti e, allorquando queste vanno in decozione, si scrolli da ogni responsabilità , riversandola sui soci cooperatori , unici soggetti destinati a subire i danni.
Un tale meccanismo appare certamente perverso e più che significativo in ordine all’attuazione dei principi costituzionali in materia di cooperazione sociale.
Già in epoca classica Fedro rappresentò l’arroganza della prepotenza nella favola del lupo e dell’agnello, ma non avremmo mai pensato che un’organizzazione di ispirazione socialista potesse recitare il ruolo del lupo; ci saremmo aspettati che la Lega facesse riferimento alle pur esistenti carenze legislative ovvero , con esemplare rigore autocritico, annunciasse un ripensamento sul sistema dei controlli, magari chiamando in correità gli Organi Istituzionali, sicuramente corresponsabili nell’omessa vigilanza.
E dire che proprio oggi lo avrebbe potuto fare, in quanto il ministro Poletti, ex presidente nazionale della Lega e profondo conoscitore della cooperazione, avrebbe certamente contribuito alla soluzione legislativa della speciosa problematica che affligge un considerevole numero di famiglie italiane, palesemente tutte vittime incolpevoli.
Ma tutto questo, signor Presidente, la Lega non ha fatto e ha preferito additare noi cooperatori come autoresponsabili dei danni che abbiamo subito e tuttora subiamo .
Riteniamo che al danno stia per aggiungersi la beffa!
Alla luce dei fatti sopra esposti ci chiediamo se in tutto questo marasma, La Lega Delle Cooperative sia da sola ovvero sia una parziale espressione dell’Apparato di ben più ampie proporzioni.
Ad esempio, una domanda sembra d’obbligo: il Ministero Dello Sviluppo Economico, cui è affidata la Cooperazione che parte ha svolto e intende ancora svolgere nelle verifiche e nei controlli sulle società Cooperative ?
Noi abbiamo capito, sulla nostra pelle, che questo Sistema funziona all’incontrario rispetto ai principi costituzionali e, avendoLe rappresentato quanto precede, siamo certi che Ella potrà esprimersi nella Sua doppia veste, quella di garante dei principi costituzionali e quella di insigne professore di diritto Costituzionale.
RingraziandoLa per l’attenzione che vorrà dedicare ai cittadini che hanno creduto e credono nell’economia etica, Le porgiamo i nostri ossequiosi saluti.
I soci della Cooperativa Deposito Locomotive Roma San Lorenzo.
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